Ogni volta che una persona si chiede davanti a un mazzo di tarocchi per chiedere alla fortuna quale direzione intraprendere, non si affida soltanto alle carte.
Porta con sé desideri, dubbi, aspettative, ma anche una parte più silenziosa, intuitiva e ricettiva, pronta a cogliere un messaggio che parla un’altra lingua.
Perché se è vero che ciascuno interpreta la fortuna in modo diverso – come destino, come talento, come opportunità – la stesa dei tarocchi rimane uno strumento trasversale, capace di mettere ordine nel caos e indicare ciò che fino a quel momento sembrava confuso.
Per ottenere una stesa dei tarocchi professionale anche per fare una domanda relativa alla fortuna il consiglio è di affidarti sempre ad esperti del settore come un cartomante telefonico che possa fornirti supporto nella lettura delle carte.
La funzione reale della stesa per la fortuna
Non si tratta di predire il futuro con certezza matematica, e nemmeno di sperare in un colpo di scena salvifico. Chi interroga le carte per avere indicazioni sulla fortuna sta, in realtà, cercando un orientamento per attraversare un momento incerto: una nuova relazione, un cambiamento professionale, un rischio da valutare, un progetto da avviare.
La fortuna, in questo contesto, non è un dono cieco, ma un insieme di condizioni favorevoli che, se riconosciute per tempo, possono essere coltivate, attivate, rese concrete. Il mazzo aiuta a cogliere queste circostanze, a vedere ciò che è invisibile all’occhio razionale, e a prendere decisioni con maggiore consapevolezza.
Il momento giusto per interpellare le carte
La stesa dedicata alla fortuna andrebbe eseguita prima che il piano venga messo in moto, mai dopo. Non si tratta solo di sapere se l’azione porterà al successo, ma di comprendere come strutturarla, quali ostacoli tenere d’occhio, che tipo di risorse interne o esterne si stanno attivando.
Interrogare i tarocchi dopo un litigio, in stato di agitazione o sotto pressione, può compromettere la lettura: l’energia con cui ci si approccia alla stesa ha un impatto diretto sul messaggio ricevuto. Il consiglio, per chi legge professionalmente, è semplice: concedersi una pausa, purificare lo spazio e la mente, ristabilire un contatto profondo con l’intento originario.
Mazzi consigliati e sistema simbolico
Per una stesa centrata sulla fortuna, è importante selezionare con cura il mazzo da utilizzare. Alcuni sono più indicati per letture spirituali e simboliche – come il mazzo Osho Zen, i Tarocchi degli Angeli, il Veggente della Luce o i Tarocchi delle Dee – e agiscono come mediatori tra il consultante e le forze sottili.
Altri, come l’Arcanum, i Tarocchi Thoth o il Papus, sono più adatti a chi lavora anche con le corrispondenze magiche o con pratiche rituali. Esistono infine mazzi dedicati al lavoro interiore e all’introspezione, come i Tarocchi Runici o i Paesaggi d’Ombra, che aiutano a far emergere blocchi inconsci o talenti non ancora espressi.
Chi ha buona padronanza può combinare più mazzi in una sola stesa, per ampliare la prospettiva e confermare i messaggi ricevuti da fonti simboliche differenti.
Quali carte usare: arcani maggiori, minori o entrambi?
Gli Arcani Maggiori sono sufficienti per una lettura sintetica e di respiro ampio: parlano delle grandi tappe, delle trasformazioni decisive, delle forze archetipiche in gioco. Se l’interesse è valutare l’andamento generale di una questione, sono la scelta più indicata.
Gli Arcani Minori, invece, offrono dettaglio, sfumature, dinamiche interpersonali. Si addentrano nei territori della quotidianità, dei pensieri ricorrenti, delle emozioni mutevoli. Possono far emergere figure reali – colleghi, familiari, partner – che avranno un ruolo chiave nel cammino verso il risultato desiderato.
Una stesa che combina entrambi, con una struttura chiara e domande ben formulate, permette di passare da una visione d’insieme a un’analisi concreta e attuabile.
Prepararsi alla stesa: ambiente, stato mentale, intenzione
Ogni lettura significativa comincia con una preparazione adeguata. L’ambiente dovrebbe essere protetto da rumori e distrazioni, possibilmente purificato con incenso, erbe o suoni rilassanti. Anche una musica a basso volume può aiutare a creare la giusta atmosfera.
La persona che esegue la lettura deve sapersi separare dalla quotidianità ed entrare in uno stato di presenza ricettiva.
Questo non significa necessariamente meditare per ore: per alcuni bastano pochi minuti di silenzio, per altri una sequenza rituale accendere una candela, ordinare le carte, dedicare un pensiero a chi interroga. L’importante è sospendere il giudizio, disattivare il dialogo mentale, e lasciare che le immagini delle carte parlino con chiarezza.
Formulare le domande: concretezza, non rigidità
Una stesa per la fortuna può riguardare ambiti diversi – lavoro, relazioni, salute, progetti personali – ma deve sempre partire da un’intenzione chiara. La domanda ideale non è chiusa né vaga, ma focalizzata e dinamica: “Quali ostacoli possono rallentare la mia riuscita?” funziona meglio di “Avrò fortuna?”.
In alcuni casi può essere utile accompagnare la domanda con una visualizzazione: immaginare sé stessi nella situazione desiderata, riconoscere i suoni, i volti, le sensazioni. Questo aiuta a caricare la stesa di significato e a ricevere messaggi più allineati con il proprio campo energetico.
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